La Sinagoga Ashkenazi, una delle più grandi d’Europa, si trova nel cuore della città vecchia di Sarajevo, tra le strade tortuose e gli edifici in stile ottomano. È un simbolo del ricco patrimonio multiculturale di Sarajevo.
Costruita nel 1902 da Karel Pařík, un architetto ceco che ha svolto un ruolo significativo nella formazione della scena architettonica di Sarajevo alla fine del XIX e all’inizio del XX secolo, lungo le rive del fiume Miljacka, è una delle rare sinagoghe dell’era austro-ungarica ancora attive in Bosnia-Erzegovina.
L’esterno della sinagoga è inconfondibilmente in stile moresco, con archi intricati e cupole torreggianti che catturano l’occhio, invitando i passanti a immergersi nella sua storia. Entrando all’interno, i visitatori vengono accolti da un impressionante mix di elementi architettonici orientali e occidentali. Alti soffitti adornati da delicati motivi conducono a file di panche di legno, e la morbida luce naturale filtra attraverso le vetrate colorate, proiettando calde tonalità sulle pareti.
L’interno della Sinagoga Ashkenazi è incentrato su una sala di preghiera principale con un bimah (piattaforma) e una prominente Arca della Torah (Aron Kodesh). Il suo esterno è sorprendente, combinando la tradizione ebraica con influenze moresche, caratterizzato da simmetria, una cupola centrale e una struttura di mattoni e pietra che emana sia grandiosità che resilienza.
La sinagoga rimane una testimonianza della comunità ebraica Ashkenazita che un tempo fiorì a Sarajevo, condividendo il suo spazio e il suo spirito con il diversificato paesaggio religioso della città. Oggi, si erge come una reliquia vivente, un ricordo dell’eterno spirito di coesistenza di Sarajevo, attirando sia i locali che i viaggiatori a testimoniare un pezzo della storia ebraica bosniaca.