i Tabernacoli di Firenze
Via dei preti angolo via delle caldaie
IL TABERNACOLO
Madonna col Bambino
Nell’affresco la Vergine è rappresentata seduta, come da
tradizione, su un trono rivestito di marmi policromi e adorno
esternamente con volute e corolle di fiori; lo schienale forma una
profonda nicchia, sormontata da una calotta semisferica cuspidata di
matrice classica, con l’interno decorato a imitazione di una conchiglia.
Sulle sue ginocchia è seduto un tenero Gesù Bambino, che trattiene con
le mani una rondine; ai lati del trono, a figura intera, sono San
Sebastiano sulla destra che presenta il committente e San Rocco sulla
sinistra.
Tabernacolo
All’interno di un tabernacolo con gli stipiti in pietra serena, una pregevole Sacra Conversazione con la Vergine in trono, il Bambino Gesù, San Rocco e San Sebastiano realizzata ad affresco. L’edicola è collocata sul muro dei fabbricati che appartenevano al convento di San Felice,
edificato dai monaci benedettini di Nonantola nel XII secolo a ridosso
della chiesa di S. Felicis in platea, già esistente nel secolo precedente.
LA STRADA
VIA DEI PRETI
Si tratta di una breve traversa che va da Via delle Caldaie a Borgo Tegolaio. Si può ipotizzare che il nome derivi dai Canti Fiorentini, gli antenati della moderna nomenclatura stradale, nati prima del 1300. In questo caso specifico potremmo fare riferimento al Canto dei Preti che, insieme al Canto alla Badessa, fa riferimento alla sfera religiosa. Mentre, per quanto riguarda Via delle Caldaie, quest'ultima deve il suo nome alle caldaie dell'Arte della Lana che numerose si trovavano nella zona di Oltrarno e che servivano a riscaldare le pezze per effettuare la tintura dei panni.
AUTORE
Raffaellino del Garbo
(San Lorenzo a Vigliano, 1466 – Firenze, 1524)
Il nome "del Garbo", con cui il pittore è conosciuto, deriva dalla via del Garbo, a Firenze, dove tenne bottega dal 1513 al 1517. Si formò nella bottega di Filippino Lippi come testimoniano le notizie fornite nelle Vite di Giorgio Vasari. I suoi influssi sono legati oltre a Filippino, anche al Pinturicchio e a Lorenzo di Credi.
L'artista
(San Lorenzo a Vigliano, 1466 – Firenze, 1524)
Dal 1501 al 1505 Raffaellino fu impegnato, tra l’altro, a ‘dotare’ con ben quattro pale d’altare, ecletticamente diverse tra loro, le cappelle Antinori, Frescobaldi, Nasi e Segni nella chiesa di Santo Spirito. Di queste resta solo quella sull’altare della cappella Segni. Il dipinto di quest'ultima, stilisticamente, è il più prossimo al nostro tabernacolo e ne potrebbe condividere la datazione. Se si confrontano le due Madonne notiamo che presentano la stessa posa del capo reclinato rivolto a destra e lo stesso ovale dalle linee ingentilite;
Curiosità
La presenza dei due santi protettori contro la peste qualifica l’opera devozionale come prodotto di una grazia ricevuta dal committente, forse lo stesso rappresentato in ginocchio. Una violenta pestilenza colpì Firenze nel 1495 causando numerose vittime, a questa seguì una recrudescenza nel 1497-98; è pertanto plausibile associare questo evento drammatico al tabernacolo in questione e considerare l’anno 1498 come il terminus post quem per datare l’opera.
ALTRE INFORMAZIONI
Informazioni
AMICI DEI MUSEI FIORENTINI ODV - COMITATO PER IL DECORO
E IL RESTAURO DEI TABERNACOLI Scheda di Daniele Rapino - Restauratori: Valentini, Ventura - Direzione lavori: Daniele Rapino - Restauro a cura degli Amici dei Musei Fiorentini in ricordo di Antonietta Sicuteri (2012)
FOTOGRAFIE
Tabernacolo
Via dei Preti angolo Via delle Caldaie
Tabernacolo
Via dei Preti angolo Via delle Caldaie
Madonna col Bambino
Via dei Preti angolo Via delle Caldaie