i Tabernacoli di Firenze

Via Ricasoli angolo Via dei Pucci

IL TABERNACOLO

Madonna col Bambino

L'affresco raffigura la Madonna seduta su un trono di marmo, dallo schienale semicircolare, con una sfera a decorarne le due estremità. Il Bambino - vestito di una tunichetta plissettata che lo copre appena sotto l'ombelico, mentre il lungo velo della Vergine passandogli davanti ricade poi sulla destra - è raffigurato benedicente con il consueto uccellino tenuto stretto nell'altra mano. Due angeli adolescenti, riccioluti, pensosi sono appoggiati ai braccioli del trono, che posa su scalini di marmo marezzato. Negli spessori sono dipinti i due Santi maggiormente rappresentativi della città: a destra San Zanobi, con mitria e pastorale, il piviale aperto sulla cotta, fermato dal bottone su cui spicca il giglio fiorentino; a sinistra, lo smunto Giovanni Battista, in manto rosso e con la croce di canna in mano, il volto magro e adusto, sbarbato. Entrambi gli sguardi dei santi sono vòlti verso l'esterno.

Tabernacolo

Un arco a tutto sesto, che posa su due mensole a voluta, protegge uno dei più famosi tabernacoli della città, conosciuto popolarmente col nome di “tabernacolo delle Cinque Lampade". Sotto il davanzale, una lastra di marmo contiene una fessura per le offerte che dovevano servire a mantenere fornite d'olio le cinque lampade. Essa è inserita in una cassettina di marmo giallo foggiata a urna e sormontata da una piccola croce della stessa materia. Questa lastra è poi conclusa verso il basso da una zoccolatura marmorea.

LA STRADA

VIA RICASOLI

La strada è dedicata alla famiglia Ricasoli, in particolare qui troviamo il palazzo di Bettino Ricasoli, importante politico fiorentino dell'Ottocento. Anticamente, almeno fino al 1847, la via si chiamava del Cocomero e l'antico Teatro Niccolini, all'inizio della strada verso piazza del Duomo, si chiamava Teatro del Cocomero.

AUTORE

Cosimo Rosselli

(Firenze 1439-1507) Nacque a Firenze da Lorenzo di Filippo Rosselli e dalla sua seconda moglie, Tommasa di Giovanni da Monteficalle. Fu allievo di Neri di Bicci dal maggio 1453 all'ottobre 1456, per poi passare al seguito di Alesso Baldovinetti. Nel 1459 ricevette la prima importante commissione per una pala, oggi dispersa, per la chiesa fiorentina di Santa Trinità.

L'artista

(Firenze 1439-1507) Fu uno dei pittori della Cappella Sistina, garbato illustratore. In seguito si accostò alla maniera di Andrea del Verrocchio. Negli ultimi decenni della sua vita, in seguito alle nuove istanze portate da Girolamo Savonarola del quale fu seguace, il suo stile pittorico si fece più rigoroso, caricandosi di una devozionalità asciutta e patetica. Il segno incisivo e i colori crudi furono due caratteristiche peculiari del suo stile. Morì il 7 gennaio 1507 e fu sepolto nella Santissima Annunziata, a Firenze.

Curiosità

Nella nicchia di sinistra si conservava, prima del restauro, una larva di affresco, le cui labili tracce figurative la rivelavano come opera trecentesca, presumibilmente già consunta nella parte inferiore prima dell'intervento ottocentesco di riordinamento del tabernacolo; essa è stata rivelata da un lavoro di sistemazione seicentesca della parete di un'abitazione di proprietà della famiglia Pecori.

ALTRE INFORMAZIONI

Informazioni

AMICI DEI MUSEI FIORENTINI ODV - COMITATO PER IL DECORO E IL RESTAURO DEI TABERNACOLI Scheda di Bruno Santi - Restauratore: Daniela Dini (1999) - Direzione dei lavori: Simonetta Bracciali - Alta sorveglianza: Licia Bertani, Monica Bietti, Fiorella Facchinetti, Litta Medri - Finanziamento: Silvana Gamberini Venè - in memoria di Italo Gamberini

FOTOGRAFIE

Tabernacolo

Via Ricasoli angolo Via de' Pucci

Tabernacolo

Via Ricasoli angolo Via de' Pucci

Dettaglio: Lampade

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