Via Nazionale
"tabernacolo DELLE FONTICINE"
"tabernacolo DELLE FONTICINE"
i tabernacoli di firenze
IL TABERNACOLO
Madonna col Bambino
La Vergine seduta sostiene sulle ginocchia il Bambino benedicente, mentre un vivace San Giovannino è inginocchiato davanti a loro. Ai lati del gruppo della Madonna e del Figlio, immediatamente dietro al trono, sono raffigurati San Giacomo Maggiore e un Santo diacono, quasi sicuramente Lorenzo e, in due nicchie, Santa Barbara e Santa Caterina d'Alessandria quest'ultima titolare della strada dove aveva sede il Reame di Betlemme (Beliemme, come recita l'epigrafe dedicatoria) - una delle “Potenze" o associazioni popolari di divertimento, committente del tabernacolo.
Eterno Padre e Angeli
Nella lunetta, due angeli fiancheggiano la colomba dello Spirito Santo, raggiante, mentre al sommo dello sguancio, accompagnato da quattro angiolini, è raffigurato L'Eterno Padre, che si china protettivo sul gruppo della Madonna col Bambino. E ancora, nella ricca incorniciatura esterna, tra i serti di frutta e fogliami consueti al repertorio robbiano, spuntano le teste di varî Santi, tra cui appaiono riconoscibili San Domenico (sulla sinistra, segnalato da una stella sulla fronte) e il vescovo Zanobi (in alto sulla destra).
Tabernacolo
Il manufatto è senza dubbio uno dei tabernacoli fiorentini più monumentali e architettonicamente più cospicui. Il basamento è costituito da una vasca marmorea sostenuta da tre mensole foggiate a zampe leonine. Sopra di essa, da una lastra dello stesso materiale, sette protomi angeliche versano nella vasca getti d'acqua (il che ha valso al tabernacolo la denominazione popolare delle "Fonticine”). Da un davanzale di pietra si ergono due colonne appoggiate a due lesene retrostanti, fornite tutte di capitelli di ordine composito. Sul dado sopra i capitelli sono scolpite testine d'angeli. La cornice soprastante sorregge un arco a tutto sesto, coperto da tegole. Alla base dell'incorniciatura, in altrettante nicchie, sono inserite le statuette di San Sebastiano (a sinistra) e di San Rocco (a destra), entrambi invocati e venerati come protettori dalle pestilenze.
LA STRADA
Via Nazionale
La via ha assunto la denominazione attuale solo nel 1859, prima era suddivisa in tratti più brevi, ciascuno col proprio nome. Il primo tratti si chiamava via Tedesca per via di un ospedale dei Cavalieri Teutonici. Successivamente si trovavano via di Cafaggio che si estendeva fino a via dell'Ariento e via di Santa Caterina fino a via Guelfa. Infine, c'era Via della Robbia, così chiamata perché vi si trovava il laboratorio della celebre famiglia di scultori e ceramisti. Nel 1864 in cima alla via venne costruito il cosiddetto Politeama Nazionale o Arena Nazionale, un teatro all'aperto all'interno del giardino Franchetti.
AUTORE
Giovanni Della Robbia
(Firenze 1469 – 1529/30) Giovanni Della Robbia, figlio di Andrea, portò la manifattura di famiglia alla massima espansione produttiva e popolarità, inserendo nelle sobrie composizioni del patriarca Luca e del padre nuovi motivi decorativi e soluzioni cromatiche. Le sue opere però, rispetto ai suoi predecessori, persero di forza espressiva e abilità prospettica, anche se ancora di alto livello.
Lo scultore
(Firenze 1469 – 1529/30) Vicinissima a questa composizione è una Natività databile al 1521 e firmata da Giovanni, già in San Girolamo delle Poverine e ora nel Museo nazionale del Bargello, dove la figura dell'Eterno sembra addirittura esser tratta dalla medesima matrice di quella del nostro tabernacolo (cosa del resto non inconsueta nella abilissima organizzazione produttiva della bottega robbiana).
Curiosità
Il tabernacolo presenta due iscrizioni, la prima è l'iscrizione dedicatoria, un distico elegiaco composto in un buon latino, che suona come un solenne saluto alla Vergine. La seconda, scritta in volgare, è il ricordo della committenza e dell'anno di esecuzione.
ll tabernacolo è noto a Firenze come Tabernacolo "delle Fonticine".
GALLERIA FOTOGRAFICA
Tabernacolo
Via Nazionale
Dettaglio: Madonna col Bambino
Via Nazionale
Dettaglio: Fonticine
Via Nazionale