Dante Alighieri

Busto donato All'Auditorium al Duomo | Firenze

PERSONAGGIO

DANTE ALIGHIERI

È nato a Firenze tra maggio e giugno del 1265, figlio di Alighiero di Bellincione di Alighiero e di una donna conosciuta solo come Bella, deceduta quando era ancora molto giovane. Dante ha iniziato il suo percorso poetico in giovane età; all'età di 18 anni, ha scritto ciò che si ritiene essere il suo primo sonetto, dedicato a Beatrice. A causa del suo coinvolgimento politico con la fazione dei Bianchi Guelfi a Firenze, Dante affrontò un processo e fu condannato all'esilio, costringendolo a vagare alla ricerca di una nuova dimora. Ravenna divenne il suo rifugio per un lungo periodo, dove alla fine morì nel 1321 e fu sepolto nel tempio di San Pier Maggiore, successivamente ribattezzato San Francesco. Per anni, la gente di Firenze ha invano chiesto il ritorno delle spoglie del loro amato poeta, accontentandosi invece di un cenotafio.

LA COMMEDIA

Il capolavoro di Dante Alighieri, originariamente intitolato "Commedia" e successivamente ribattezzato "Divina" da Boccaccio, rappresenta un'opera monumentale nella letteratura mondiale. Scritto in terzine di endecasillabi con rime interconnesse (ABA, BCB, CDC, ecc.), il poema è diviso in tre cantiche: Inferno, Purgatorio e Paradiso, ognuna composta da 33 canti. Incluso il canto del prologo, il capolavoro vanta un totale di 100 canti. Gli studiosi ipotizzano che Dante abbia composto l'opera durante il suo esilio, probabilmente iniziando intorno al 1304 o al 1307. Mentre i primi due canti potrebbero aver guadagnato popolarità durante la vita di Alighieri, Paradiso è stato pubblicato postumo. Il poema narra dell'eccezionale viaggio di Dante attraverso i regni dell'oltretomba dall'8 al 14 aprile 1300, offrendo ai lettori una vivida rappresentazione della sua odissea.

«Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!»

L'attivismo politico di Dante, nonostante abbia portato al suo esilio, è un tema centrale nella sua opera più rinomata. Mentre condanna vehementemente i membri delle fazioni avverse, riserva critiche ancora più severe per coloro che rimangono apatici al discorso politico. Attraverso le tre cantiche, approfondisce il complesso panorama politico di Firenze, dell'Italia e dell'ampio Impero.

CURIOSITÀ

I numeri

Nella Divina Commedia, l'uso intricato dei numeri da parte di Dante rivela uno strato affascinante di simbolismo. Lungo tutto il poema, i numeri 3 e 10 ricorrono con notevole frequenza, manifestandosi nella struttura stessa: 33 canti, divisi in 3 cantiche, per un totale di 100 canti. Dante ha investito questi numeri di un profondo significato; per lui, il 3 simboleggiava la Trinità, rappresentando l'essenza divina di Dio, mentre il 10 indicava la perfezione, riflettendo completezza e realizzazione.

Beatrice

Si è ormai d'accordo nel ritenere storica la personalità di lei, che è con buon fondamento identificata in Bice di Folco Portinari, sposata a Simone de' Bardi e morta l'8 giugno 1290. Venne celebrata da Dante nei suoi versi più famosi. Ad esempio, nella Vita Nuova Beatrice appare come guida a Dio non solo di Dante ma di tutti gli animi gentili. Mentre nella Commedia è sempre lei a condurre il poeta attraverso il Paradiso fino a Dio. Tuttavia, nonostante la sua musa ispiratrice fosse Beatrice, Dante si sposò con Gemma Donati, alla quale non dedicò mai nemmeno un verso.

"Cricchi"

Si tratta della voce onomatopeica, forse uno dei primi esempi nella letteratura italiana, attraverso il quale Dante ritrae il suono minaccioso del ghiaccio che si spezza. In questi versi, Dante dipinge vividamente il Cocito, il fiume infernale ghiacciato così formidabile che nemmeno il peso delle montagne Tambernich e Pietrapana potrebbe causarne la frattura. Trovato nel XXXII canto dell'Inferno, i versi recitano: "[...] com' era quivi; che se Tambernicchi vi fosse sù caduto, o Pietrapana, non avria pur da l'orlo fatto cricchi."

BUSTI

Fondazione Romualdo Del Bianco

Istituita negli anni '90 a Firenze grazie alla visione di un imprenditore illuminato, il suo obiettivo principale è quello di facilitare incontri e scambi culturali tra giovani provenienti da culture e paesi diversi. Il motto della Fondazione, "Per la pace nel mondo, tra i giovani di Paesi diversi, con la Cultura, incontrarsi, conoscersi, comprendersi per sviluppare l'amicizia tra i popoli", riflette il suo impegno per promuovere la comprensione interculturale e l'amicizia tra le nazioni. La Fondazione promuove attivamente il rispetto per la diversità delle espressioni culturali e lavora per sviluppare rapporti di amicizia tra i popoli attraverso una serie di iniziative internazionali. Questi incontri avvengono preferibilmente in luoghi culturali o siti del patrimonio culturale, evidenziando l'importanza della cultura nel processo di costruzione di ponti tra le comunità. La Fondazione Romualdo Del Bianco opera senza fini di lucro, impegnandosi nella promozione e realizzazione di progetti, ricerche, pubblicazioni, premi e borse di studio che promuovono il dialogo tra culture. Il suo impegno per il "Patrimonio per il Dialogo tra Culture" si riflette nelle sue attività e nei suoi programmi, mirando a creare un mondo più inclusivo e solidale attraverso la cultura e l'educazione.

I Busti nel mondo

Attraverso la generosa donazione di busti in pregiato marmo bianco di Carrara, la Fondazione Romualdo Del Bianco non solo ha approfondito i legami di amicizia e collaborazione con numerose istituzioni italiane e internazionali, ma ha anche celebrato il valore intrinseco dell'esclusiva arte italiana immortalando figure selezionate del nostro Patrimonio Mondiale. Leonardo Da Vinci si erge fiero in mostre a Tbilisi (Georgia), Baku (Azerbaijan), Firenze (Italia), Yerevan (Armenia), Almaty (Kazakhstan), Bishkek (Kirghizistan) e Wisconsin (Stati Uniti); la somiglianza di Galileo Galilei decora gallerie a Firenze (Italia), Kyoto (Giappone), Cracovia (Polonia), Rabat (Marocco) e Benevento (Italia); il volto di Michelangelo impreziosisce spazi a Firenze (Italia), Varsavia, Cracovia (Polonia), Manama (Bahrein) e Chisinau (Moldavia); mentre il lascito di Cesare Beccaria trova una casa meritevole nel cuore di Strasburgo (Francia).

OPERA

Il busto e il suo autore

"Dante Alighieri" è una scultura realizzata da Dino De Ranieri di Pietrasanta, modellata in marmo bianco di Carrara proveniente dalla Cava Michelangelo nelle Alpi Apuane della Toscana. Il pezzo comprende un busto che pesa circa 300 kg e misura circa 100x65x38 cm, con una base di circa 35x30 cm. Ecco i suoi pensieri sull'opera d'arte: "Si ritiene comunemente che il ritratto figurativo sia una forma d'arte secondaria con minor valore creativo. Personalmente, credo esattamente il contrario. Solo un artista capace di padroneggiare le tecniche artistiche può veramente dare 'vita' al ritratto di Dante Alighieri e alla sua imponente figura."
This site is registered on wpml.org as a development site. Switch to a production site key to remove this banner.