Lapide A monte DI Ponte Vecchio 1333
Le lapidi di Firenze
LA LAPIDE A MONTE
Ricordo dell'Alluvione
La lapide segna il crollo del Ponte Vecchio, avvenuto il 4 novembre 1333, a causa di un'alluvione devastante descritta come una "turbulenza di molte acque," che causò notevoli distruzioni in tutta Firenze. Questo evento sottolinea la vulnerabilità dei monumenti architettonici della città ai disastri naturali, riflettendo le sfide affrontate dai suoi abitanti.
Dopo l'alluvione, i cittadini di Firenze dimostrarono una notevole resilienza ricostruendo il ponte nel 1345, ripristinando la sua funzione come punto di attraversamento vitale sul fiume Arno.
L'iscrizione non dettaglia soltanto la distruzione, ma sottolinea anche la ricostruzione, descrivendo come la nuova struttura sia stata migliorata, rendendola più bella e decorata, simbolo dell'impegno della comunità a preservare il proprio patrimonio culturale e la propria storia.
Dopo l'alluvione, i cittadini di Firenze dimostrarono una notevole resilienza ricostruendo il ponte nel 1345, ripristinando la sua funzione come punto di attraversamento vitale sul fiume Arno.
L'iscrizione non dettaglia soltanto la distruzione, ma sottolinea anche la ricostruzione, descrivendo come la nuova struttura sia stata migliorata, rendendola più bella e decorata, simbolo dell'impegno della comunità a preservare il proprio patrimonio culturale e la propria storia.
SIGNIFICATO STORICO
La Traduzione
L'iscrizione latina sulla lapide è una potente riflessione del contesto storico del XIV secolo. Essa recita,
"Il 4 novembre 1333 questo ponte crollò per un turbine di molte acque; poi nel 1345 fu fatto nuovo, più bello e adorno. Questo fanciullo mostra sinteticamente ciò che accadde."
La targa è in latino, essendo all'epoca considerata una lingua franca, ossia internazionale, quindi comprensibile anche per gli stranieri di passaggio a Firenze.
Dopo il crollo del ponte a causa dell’alluvione del 1333, il primato di maggior antichità fu detenuto per molti secoli dal ponte di Rubaconte (attuale Ponte alle Grazie), salvo poi essere ripreso dal Vecchio nella tristemente celebre “notte dei ponti,” fatti saltare in aria, con esclusione del Vecchio, dalle mine tedesche durante la Liberazione di Firenze (agosto 1944). L'iscrizione non solo serve da memoriale a un momento cruciale nella storia di Firenze, ma riflette anche i valori culturali dell'epoca, tra cui la resilienza, l'orgoglio per l'artigianato e l'importanza del patrimonio architettonico.
"Il 4 novembre 1333 questo ponte crollò per un turbine di molte acque; poi nel 1345 fu fatto nuovo, più bello e adorno. Questo fanciullo mostra sinteticamente ciò che accadde."
La targa è in latino, essendo all'epoca considerata una lingua franca, ossia internazionale, quindi comprensibile anche per gli stranieri di passaggio a Firenze.
Dopo il crollo del ponte a causa dell’alluvione del 1333, il primato di maggior antichità fu detenuto per molti secoli dal ponte di Rubaconte (attuale Ponte alle Grazie), salvo poi essere ripreso dal Vecchio nella tristemente celebre “notte dei ponti,” fatti saltare in aria, con esclusione del Vecchio, dalle mine tedesche durante la Liberazione di Firenze (agosto 1944). L'iscrizione non solo serve da memoriale a un momento cruciale nella storia di Firenze, ma riflette anche i valori culturali dell'epoca, tra cui la resilienza, l'orgoglio per l'artigianato e l'importanza del patrimonio architettonico.
Il RESTAURO
Caratterizzata da una scrittura gotica e da un rilievo di un putto alato, la targa funge da rappresentazione artistica degli eventi storici che descrive. L'iscrizione delinea il crollo del ponte e la successiva ricostruzione, mettendo in evidenza la bellezza migliorata della nuova struttura. Gli sforzi di restauro hanno preservato le texture originali della pietra e i design intricati della targa, mostrando l'artigianato dell'epoca. Questo artefatto è una testimonianza della ricca narrativa culturale di Firenze, invitando i visitatori ad apprezzare sia il suo significato artistico sia il suo ruolo nell'eredità duratura della città.