via del campuccio
i tabernacoli di firenze
IL TABERNACOLO
Madonna col Bambino
Viene rappresentata l'effigie di una Madonna, seduta con il Bambino davanti a una finestra. Oltre l'apertura, le sagome scure di due edifici guidano lo sguardo più lontano, verso il panorama della città: una Firenze fatta di case, torri e palazzi dai volumi di spoglia geometria, affastellati nell'alternarsi di altezze e di facce in luce e in ombra, che restituiscono l'idea di un fitto intreccio di storie e di Storia. La pittura, condotta con rapide pennellate, imprime la forma per aggiunte di tocchi di colore, utilizzando una gamma cromatica dai toni abbassati; solo in alcuni punti, come nel manto della Vergine, si intravedono linee incise nella materia pittorica a segnare una traccia di contorno delle figure. Ennio Cocchi ha lasciato la sua firma sulla tavola, inclusa nella forma del bacile posato a sinistra sullo stesso piano su cui siede la Vergine.
Tabernacolo
Il tabernacolo con la sua cornice in pietra serena sorretta da mensole, è bizzarramente incastonato in posizione obliqua, probabilmente a causa di modifiche della muratura preesistente, nella parete che si innalza lungo via del Campuccio a recintare lo storico Giardino Torrigiani.
LA STRADA
VIA DEL CAMPUCCIO
La strada si estende da via Romana a piazza Torquato Tasso. Originariamente era suddivisa in tratti più brevi: il primo, fino a via de' Serragli, ha avuto la denominazione di via San Giovanni, il secondo via San Benedetto e quindi via della Pergola. La denominazione sotto la quale successivamente è stata unificata probabilmente conserva il ricordo degli orti e delle terre di proprietà dei Camaldolesi del vicino monastero di San Salvatore (si veda a piazza Torquato Tasso). La strada mantiene carattere residenziale popolare, con molti edifici segnati da stemmi e pietrini che rimandano a proprietà di istituti religiosi.
AUTORE
Ennio Cocchi
(Firenze, 16 settembre 1915 – Pisa, 25 agosto 1987) Il giovane Cocchi iniziò la sua formazione nello studio dell'incisore Emilio Mazzoni Zarini; in seguito fu allievo di Gianni Vagnetti all'Istituto d'Arte di Porta Romana e infine frequentò l'Accademia di Belle Arti, diplomandosi nel 1937. Nello stesso anno tenne la sua prima personale al Lyceum - sede storica e prestigiosa a Firenze che per esempio aveva accolto, nel 1910, la prima mostra italiana degli impressionisti – e partecipò a importanti collettive trovandosi a esporre con figure come Carena e Capocchini.
L'artista
(Firenze, 16 settembre 1915 – Pisa, 25 agosto 1987) Nel 1940 la Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti aveva già incamerato due suoi dipinti, Natura morta (1936) e Paese (1940 circa); Dopo tale acquisizione non si verificarono altri ingressi delle sue opere in galleria e si sarebbe dovuto attendere il 1983 per vedere un suo Autoritratto entrare nelle collezioni degli Uffizi. Una delle opere più note di questo artista fiorentino è senz'altro la lunga impresa delle decorazioni per il Cimitero Monumentale dell'Antella, che dal 1980 lo vide impegnato nella realizzazione di 35 mosaici. Gli ultimi anni di Ennio Cocchi furono dunque dedicati alla decorazione del cimitero, dove infine, nel 1987, trovò sepoltura.
Curiosità
Il restauro ha rivelato, contrariamente a quanto sinora creduto, che l'opera consiste in un dipinto a olio su tavola, scelta piuttosto inconsueta per un tabernacolo.
GALLERIA FOTOGRAFICA
Tabernacolo
Via del Campuccio
Tabernacolo
Via del Campuccio
Stemma
Via del Campuccio, Giardino Torrigiani