i Tabernacoli di Firenze
Via Palazzuolo n.89
IL TABERNACOLO
Sacra Famiglia
La Sacra Famiglia viene raffigurata durante il ritorno in Galilea, dopo la fuga d'Egitto. Giuseppe e Maria camminano a fianco di un Gesù fanciullo, che indossa una tunica di colore rosso, probabile allusione al sangue versato nel martirio e dunque anticipazione della missione di Gesù. Troviamo diverse innovazioni sul piano teologico dovute all'influenza della controriforma. In primo luogo, Gesù è rappresentato fanciullo anziché infante, quindi più consapevole della propria missione. Inoltre c'è il richiamo a un'austera semplicità di vita che si coglie nell'atmosfera intima e raccolta della scena, nei modi familiari con cui i genitori si stringono attorno al figlio e insieme ne seguono il cammino. Infine San Giuseppe non fu più raffigurato quale anziano genitore dalla barba bianca, bensì come giovane padre.
Tabernacolo
Il tabernacolo è in pietra serena, sormontato dal simbolo di San Bernardino e sorretto da lesene con motivi decorativi a pendenti vegetali. All'interno della nicchia un affresco, attribuito in principio a Giovanni da San Giovanni ma successivamente riconosciuto come opera di Cecco Bravo, raffigurante la Sacra Famiglia.
LA STRADA
VIA PALAZZUOLO
Secondo la tradizione fu il "Palagetto dei Sovajoli”, già esistente alla fine del Trecento, a dare un nome a via Palazzuolo, nel popolo di Santa Lucia d'Ognissanti. La strada, nel primo tratto fuori dalla Porta a San Paolo (posta nell'area dell'attuale piazza Ottaviani), prendeva il consueto nome di borgo dato alle vie extra moenia ed era intitolata a San Paolo.
AUTORE
Cecco Bravo
(Firenze, 15 novembre 1601 – Innsbruck, dicembre 1661) Francesco Montelatici detto Cecco Bravo fu un pittore noto nel contesto artistico fiorentino. Svolse un tirocinio sotto la guida di Giovanni Bilivert, pittore di corte del granduca Cosimo II de’ Medici. Era un contesto ricco di stimoli, dove Cecco ebbe l'opportunità di confrontarsi con molti artisti stranieri.
L'artista
(Firenze, 15 novembre 1601 – Innsbruck, dicembre 1661) Sebbene non documentata, fu invece decisiva la collaborazione con Matteo Rosselli che in questi anni ottenne alcune prestigiose committenze pittoriche da parte della famiglia ducale e poteva peraltro offrire a Montelatici l’opportunità di cimentarsi con la tecnica ad affresco. Il 1° giugno 1660 si trasferì a Innsbruck presso la corte dell’arciduca Ferdinando Carlo d’Austria e di Anna de’ Medici, conti del Tirolo, spinto forse da un crescente senso di estraneità nei confronti del contesto artistico fiorentino, dove si andavano ormai affermando tendenze sempre più distanti dal suo spirito antiaccademico.
Curiosità
La scelta del soggetto raffigurato non è casuale: è infatti in questo periodo, a seguito del Concilio di Trento, che viene per la prima volta introdotto nei dipinti dei tabernacoli il soggetto della Sacra Famiglia, proposto come modello esemplare della vita cristiana.
ALTRE INFORMAZIONI
Informazioni
AMICI DEI MUSEI FIORENTINI ODV - COMITATO PER IL DECORO
E IL RESTAURO DEI TABERNACOLI Scheda di Chiara Sestini e Doretta Ermini - Restauratore: Daniela Murphy Corella - Direzione dei lavori: dr.ssa Anna Bisceglia - Finanziatori: SACI Studio Art Centers International, Florence, Partecipanti al Trofeo Mario Borino 2010, Comitato dei residenti e artigiani di via Palazzuolo (2010)
FOTOGRAFIE
Dettaglio affresco: Maria
Via Palazzuolo 89
Affresco
Via Palazzuolo 89
Tabernacolo
Via Palazzuolo 89