Piazza Piattellina
angolo Via del Leone
angolo Via del Leone
i tabernacoli di firenze
IL TABERNACOLO
Madonna col Bambino
Nell'affresco la Vergine siede col Bambino in braccio su un trono foggiato a nicchia concava, con fastigio centinato. Ai lati del trono è un tramezzo alle cui estremità son sistemati due vasi ad anfora, che sottili nastri collegano con l'arcata del seggio. A fianco del gruppo della Madonna col Bambino è disposto, a sinistra, San Michele arcangelo, con corazza e manto, mentre stringe la spada nella mano sinistra e in quella destra la bilancia per la pesa (e il conseguente giudizio) delle anime. Raffaele, a destra, regge in mano la pisside contenente il fiele del pesce che servirà a guarire dalla cecità il vecchio Tobia (secondo il racconto scritturale) e conduce per mano il figlio di questi, l'adolescente Tobiolo.
Tabernacolo
Il grande tabernacolo ha forme decisamente primo quattrocentesche. Tali le rivela l'arco a tutto sesto animato da numerosi lobi, sostenuto poi da due mensole a fogliami d'acanto posanti su due strette lesene. Nei pennacchi sono scolpiti due stemmi gentilizi ora assai consunti, che a malapena lasciano intravedere due crescenti araldici, che attestavano la committenza dell'opera.
LA STRADA
Piazza Piattellina
Nel Rinascimento la piazza si chiamava "degli Orpellai" poichè vi si trovavano le botteghe degli artigiani specializzati nella lavorazione del rame in sottilissime lastre, dette anche similoro, che si usavano per decorare il cuoio. Il nome attuale deriva dalla presenza in piazza del mercato che vendeva piatti e stoviglie da cucina e venne proposto nel XIX secolo.
AUTORE
Pittore Fiorentino
(II metà del sec. XV) Il Guarnieri ricorda un'attribuzione, avanzata dopo il restauro del 1959 condotto da Lanfranco Benini, tra il cosiddetto “Maestro di San Miniato” – un tardo seguace di fra’ Filippo Lippi, la cui principale opera (il name-piece) si trova per l'appunto nella chiesa dei Santi Giacomo e Filippo (o San Domenico) di quella cittadina toscana - e Raffaello di Francesco Botticini.
L'artista
(II metà del sec. XV) Si riscontra un'analogia con le caratteristiche fisionomiche delle figure presenti in una Lamentazione sul Cristo morto di un tabernacolo di Via Santa Lucia, che la Padoa attribuisce a Donnino di Domenico del Mazziere, ma che, per le analogie di stile, possono esser avvicinate ai personaggi dipinti sulle pareti di una cappellina stradale nei pressi della località chiamata Casanova di Ama, nel comune di Gaiole in Chianti in provincia di Siena, datati 1496. Questi, a loro volta, appaiono assai simili ad analoghi affreschi presenti nell'abbazia di Passignano, attestati quali opera di Filippo di Antonio Filippelli. Sarebbe dunque a quest'ultimo pittore che parrebbero riferirsi le figure del tabernacolo di Via del Leone.
Curiosità
Le caratteristiche formali del dipinto lo riportano decisamente nell'ambito tardo-quattrocentesco e quindi successivo all'esecuzione dell'edicola architettonica, collocata all'inizio del Quattrocento.