Václav Havel​

Primo Presidente della Repubblica Ceca, drammaturgo e Saggista

PERSONAGGIO

Václav Havel​

Il suo pensiero politico era ed è basato sull’anti-populismo, la tolleranza, la libertà e la responsabilità. Havel, d’altra parte, apprezzava la politica come discorso nella società, ma non come arbitrio teso a schiacciare l’uomo-cittadino. Nella sua formulazione della “politica non politica” non c’è traccia del populismo moderno. Da sincero democratico, Havel non era un antipolitico, voleva una politica innovativa vicina alle persone. Nella filosofia di Havel non c’era spazio per il disprezzo della funzione pubblica a patto che fosse trasparente e che servisse i cittadini. Havel si sforzò di promuovere la tolleranza attraverso lo strumento della politica. In senso moderno del termine, politica è saper tollerare il prossimo e garantirne la libertà di espressione, all’interno del recinto liberaldemocratico.

Libertà

La libertà per Havel era il sangue che scorre nel corpo politico. Essa andava intesa come un qualcosa di esteso, libertà di pensiero, di opinione, di religione, d’impresa. Havel apprezzava la liberaldemocrazia come forma di governo: composta da diritti e doveri del cittadino. La libertà, infine, non può essere separata dalla responsabilità. Havel si è speso molto nei confronti della responsabilità dell’azione umana di fronte non solo alla politica, ma anche alle più disparate tematiche sociali. La libertà dev’essere ancorata alla responsabilità di ognuno sia nel senso di responsabilità di agire che di aver agito.

Cenni biografici

Fin da bambino ama leggere e scrivere e comincia a farlo con la poesia; ciò che però lo attira maggiormente sono i lungometraggi cinematografici ai quali, date le sue “radici sociali”, dovrà presto rinunciare. Appena ventenne pubblica, su importanti riviste culturali, alcuni saggi di letteratura e di cinema ma saranno gli anni 60 a spingerlo a occuparsi di teatro. Nel 1959 lavora al Teatro ABC di Praga come tecnico di scena, successivamente lo farà anche in altri teatri della capitale. Nel 1963 la messa in scena di una sua commedia FESTA AGRESTE, mostrando per la prima volta un mondo retto da leggi assurde ma regolato da logiche matematiche, farà parlare di “variante ceca” e di TEATRO DELL'ASSURDO, un'esperienza artistica sempre guidata da un rigoroso senso etico e intimamente legata alle vicende politiche della Nazione. Durante la PRIMAVERA DI PRAGA Havel visita gli USA dove, a New York, partecipa alla premier della sua opera MEMORANDUM incontrando così gli intellettuali cechi in esilio.

Gli anni '60

La cultura americana degli anni '60: la musica, i movimenti per i diritti umani, gli hippies, sarà fonte di ispirazione futura. L’invasione sovietica della Cecoslovacchia lo sorprende a Liberec, una cittadina del nord del Paese, dove subito partecipa alla “resistenza” scrivendo una serie di manifesti e proclami contro l’occupazione per la radio ceca. A causa di ciò Havel, viene escluso dalla vita culturale e politica.

Gli anni '70

Negli anni '70 Havel abbandona i principi del TEATRO DELL'ASSURDO, per passare a descrivere i meccanismi sociali che regolano dall'esterno la vita dell'individuo. In questi stessi anni si dedica a comporre poesie visive, quasi esistenzialistiche, che sono state più tardi raccolte nel volume “ ANTICODICI”. Lavora in una fabbrica di birra come operaio e da questa sua esperienza nasce la famosa opera teatrale L’UDIENZA. Non cessa neppure il suo impegno politico e sempre in questi anni di “normalizzazione forte” manda la lettera aperta al presidente Gustáv Husák, in cui descrive la Cecoslovacchia come una società governata dalla paura. Nel 1977 Václav Havel è coautore del primo testo della CARTA e uno dei tre principali portavoce del movimento CARTA 77 il manifesto per i diritti umani in Cecoslovacchia. Nella CARTA appaiono centinaia di personaggi e attivisti di varie correnti intellettuali – democratici, cristiani, riformisti e underground.

L'arresto

Successivamente Havel viene arrestato e trascorre 4 anni in una prigione dove continua a scrivere e ad analizzare aspramente il regime totalitario, riflettendo e cercando allo stesso tempo, una strada per un dialogo con il potere. I drammi psicologici che scrive in questo periodo riguardanti l’identità e la responsabilità civile e personale, rimarranno i temi più forti delle sue opere anche negli anni a venire e collocano le sue creazioni letterarie al di sopra dello spazio e del tempo. Per questo motivo le sue opere, più che in Patria, vengono pubblicate all’estero dove Václav Havel viene considerato il degno oppositore del regime e lo scrittore le cui opere sono sempre più apprezzate e rappresentate nei teatri di tutto il mondo.

La Presidenza

Havel diventa il primo Presidente della Cecoslovacchia e poi Presidente della nuova Repubblica Ceca dal 1992 al 2003 per due mandati. Durante la sua presidenza, Havel si impegnò per la promozione dei diritti umani e della libertà di espressione, anche a livello internazionale. Si adoperò per la pace nei Balcani e per la costruzione di un'Europa unita e democratica.

Havel si distinse per la sua integrità, il suo impegno civico e la sua profonda sensibilità umana. A causa della sua personalità, della sua esperienza e della sua reputazione, venne considerato una figura di grande prestigio non solo a livello nazionale ma anche internazionale.

Dopo la fine del suo mandato presidenziale nel 2003, Havel continuò a essere un attivo sostenitore della democrazia e dei diritti umani, fino alla sua morte nel 2011.

CITAZIONI

Il discorso di Capodanno

Illuminante e uno dei più significativi discorsi che Václav Havel abbia mai fatto: quello del Capodanno 1989. Arrivato al Castello in un clima magico di libertà, Havel stupì tutti facendo un discorso di responsabilità sulla responsabilità individuale. Lo fece riportando al centro del discorso politico la verità. La stessa verità negata nella menzogna del regime totalitario. Havel denunciò la finzione comunista e dell’antipolitica – il totalitarismo è il contrario della politica, della democrazia e della libertà – smascherando con coraggio le bugie del socialismo.

Nessuno di noi è una vittima

«Ci eravamo tutti abituati al sistema totalitario e lo avevamo accettato come un fatto immutabile, contribuendo così a perpetuarlo. In altre parole, siamo tutti [...] responsabili del funzionamento della macchina totalitaria. Nessuno di noi è una vittima». Parole dure: una chiamata di correo inaspettata, che poneva le basi per l’inizio di una nuova vita nello stato democratico, ma che al contempo imponeva i conti con il passato.

"Si vive nella verità"

Il messaggio di Václav Havel del 1989 è un appello alla responsabilità, dunque alla libertà. La “società” si mette in moto se alla libertà corrisponde la responsabilità – il contrario del populismo. Solo così si esce dal “post-totalitarismo” e la prima a beneficiarne è proprio la società. Come amava dire Havel, si “vive nella verità”. Verità e libertà nella responsabilità.

Il Consolato Onorario della Repubblica Ceca

Consolato Onorario della Repubblica Ceca

Il Consolato Onorario della Repubblica Ceca per la Toscana, fondato con sede a Firenze il 14 maggio 2002, fornisce servizi consolari e/o assistenza ai cittadini cechi, sostiene le attività della comunità locale, assiste allo sviluppo delle relazioni economiche e commerciali, promuove la conoscenza della cultura, delle tradizioni e della lingua della Repubblica Ceca, nell’ottica del dialogo interculturale che favorisce sempre, attraverso la conoscenza, la pace tra i popoli.

Perché intitolare un Luogo Parlante a Havel?

A dieci anni dalla scomparsa di Václav Havel, l’eroe della Rivoluzione di velluto, i valori attorno ai diritti umani, alla libertà e alla responsabilità sono ancora attuali. In un modo o nell’altro, nelle cronache della politica in Repubblica Ceca, il personaggio è molto presente. Il che è un segno del suo impatto culturale e politico nella società boema e morava, ma anche europea e internazionale. A oltre trent’anni dalla fine del Comunismo in Europa centrorientale, le urgenze politico-sociali sottolineate da Václav Havel e altri dissidenti negli anni Settanta devono emergere e possono essere, ancora oggi, potenti antidoti a livello sociale contro derive intolleranti e antiliberali.

FOTOGRAFIE

Havel ritratto 1989

Havel - Rivoluzione di velluto 1989

Incontro tra Havel e il console Dani, Roma.

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