VILNIUS

Lituania

PERSONAGGI STORICI

Kristupas Zigmantas Paucas

I Pacas diventarono una famiglia d'élite del Granducato di Lituania nella seconda metà del XVII secolo, quando le più importanti cariche laiche ed ecclesiastiche del Granducato di Lituania passarono nelle mani dei loro fratelli e cugini. Kristupas Zigmantas Pacas fu uno dei più attivi governanti lituani del XVII secolo. Mentre viveva in Italia, K. Z. Pacas conobbe da vicino la vita dei monaci camaldolesi. Affascinato da essa e dalla bellezza dei monasteri, decise di costruire un monastero simile in Lituania.

Cristoforo Sigismondo Pacas

Il fondatore dei Pažaislis, Cristoforo Sigismondo Pacas, aveva come moglie una francese della corte di Maria Ludwika Gonzaga, regina di Polonia e granduchessa di Lituania. Il matrimonio di K. Z. Pacas con una autorevole francese della corte reale, gli permise di ottenere la carica di Gran Cancelliere del Granducato di Lituania nel 1658. Sua moglie divenne così la First Lady della Lituania. Clara Isabelle de Mailly Lascaris contribuì in modo significativo alla promozione della cultura lituana: sostenne le attività dei monasteri e degli artisti, insegnò alle donne e diffuse nuove tendenze della moda.

Memento mori

I monaci camaldolesi seguivano la rigida Regola di San Benedetto, facevano il voto del silenzio e vivevano una vita solitaria; motivo per cui, spesso, si narravano leggende sul loro stile di vita. Si dice che quando si incontravano rammentavano l'un l'altro la loro morte imminente con l'espressione "memento mori". Si dice che questa frase sia stata sentita anche nel monastero di Pažaislis, poiché aveva lo scopo di consolidare la riflessione sulla caducità esistenziale e di avvicinarci alla dedizione al nostro scopo.

COSA MANGIARE

Il pane

Seguendo l'esempio degli eremiti, i Camaldolesi digiunavano regolarmente (due volte a settimana e prima delle feste principali). Durante il digiuno mangiavano pane e bevevano acqua una volta al giorno. Al di fuori del periodo di digiuno, consumavano due pasti al giorno. I Camaldolesi, come alcuni altri monasteri che seguivano la Regola di San Benedetto, non mangiavano carne di mammiferi o pollame. Oltre al pane quotidiano, cucinavano zuppe e consumavano pesce, formaggio, uova, verdure e frutta. Tuttavia, il pane era il piatto principale dei monaci e, ancora oggi, è possibile gustarlo presso il ristorante Monte Pacis del Monastero di Pažaislis, cucinato secondo le antiche ricette camaldolesi.

Le verdure

I monaci vivevano in celle. Ogni cella aveva un piccolo giardino recintato dove i monaci potevano coltivare. Il monastero possedeva anche due grandi orti recintati, che si diceva producessero le migliori verdure della zona per la cucina dei monaci. Oggi, il ristorante del monastero di Pažaislis segue ancora le antiche usanze e coltiva le verdure che serve ai suoi ospiti. I visitatori del ristorante possono assaggiare i prodotti naturali coltivati secondo la tradizione camaldolese all'interno del monastero, negli stessi orti di un tempo.

Širdies Druona

La frutta coltivata nei giardini dei monaci camaldolesi era leggendaria. Spesso i viaggiatori scrivevano che era difficile trovare qualcosa di più delizioso. I monaci la usavano per fare il vino, che veniva servito ai visitatori insieme ai pasti. Ancora oggi, il menu del ristorante di Pažaislis offre agli ospiti la possibilità di assaggiare il vino "Širdies Druona" (Pane del cuore), realizzato secondo un'antica ricetta delle camere dei monaci, cioè viene spremuto dalle mele mature e dolci dei meli antichi e dalle bacche di biancospino che si trovano nella zona, note per i loro effetti curativi.

COSA VEDERE

Il monastero di Pažaislis

Il monastero camaldolese di Pažaislis si distingue dagli altri perché i suoi dipinti e affreschi presentano tutti i temi dell'Antico e del Nuovo Testamento. Nella chiesa, i dipinti realizzati con tecniche d'affresco e a secco si fondono, formando un insieme iconografico. Il tema dell'Esaltazione della Beata Vergine Maria è quello principale, con diversi altri temi ad esso collegati: i riflessi della spiritualità dei Camaldolesi, i santi protettori del fondatore e i cicli di composizioni che rivelano il simbolismo dei singoli ambienti.

La Grande Porta

La prima opera del monastero è la monumentale Grande Porta, realizzata in arenaria grigia scandinava. Colonne in ordine toscano incorniciano l'arco della porta, mentre pilastri dello stesso ordine incorniciano i lati con nicchie contenenti statue. Sul frontone della porta è incisa una scritta latina sulla missione di Maria, accanto alla quale si trova un fiore di Maria, un doppio giglio e lo stemma della famiglia di K. Z. Pacas. Un cancello del XVII secolo si apre sul viale dei tigli. Solo dopo aver varcato questa porta si apre il vero spazio del santuario.

La Madre del Bell'Amore

Il dipinto della chiesa "La Madre del Bell'Amore" è stato realizzato da un pittore sconosciuto fiammingo nel XVII secolo. Raffigura Maria con il bambino dai capelli castani in grembo, circondata da una distesa di fiori, per lo più rose, simbolo della preghiera dell'Ave Maria. L'iconografia dell'opera combina diversi tipi di rappresentazione di Maria (la Madre dell'Amore bizantina modificata e Maria con una corona di fiori). Si ritiene che Papa Alessandro VII l'abbia donata al fondatore nel 1661, insieme al permesso di fondare il monastero di Pažaislis, e che Pacas l'abbia consegnata ai monaci camaldolesi per poterla custodire.

FOTOGRAFIE

Monastero di Pažaislis

Vilnius, Lituania
Domantė Vaišvylaitė

Monastero di Pažaislis

Vilnius, Lituania
Evelina Kasiulevičienė

Monastero di Pažaislis

Vilnius, Lituania
Miglė Nacytė

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Domantė Vaišvylaitė

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